ALZHEIMER, LA SALUTE DEI MITOCONDRI DEL CERVELLO è UNA CHIAVE PER LA PREVENZIONE

Sono le centrali elettriche della cellula e sono cruciali per la conservazione della memoria e dei ricordi: parliamo dei mitocondri, gli organelli che producono l’energia necessaria alle cellule per tutte le funzioni vitali. Nella ricerca scientifica sta emergendo che potrebbero essere attori chiave nella lotta contro l’Alzheimer poiché i mitocondri danneggiati sono collegati alla progressione della malattia mentre i mitocondri sani rappresenterebbero la chiave per evitare il declino cognitivo.

Una terapia per l’Alzheimer ancora non c’è

La via per mantenere i mitocondri sani è anche quella che previene i tumori e le malattie cardiache o una serie di altre malattie legate all’età: esercizio fisico e . Può certamente sembrare scontato e anche noioso, ma è proprio così. La prevenzione testa ancora la strada principale per limitare il rischio di andare incontro a malattie neurodegenerative. A oggi infatti non esiste ancora una cura davvero efficace contro l’Alzhiemer, nonostante le decine di anni passati per trovare una terapia e 3,7 miliardi di dollari spesi solo negli Stati Uniti. Gli obiettivi della ricerca finora hanno preso di mira l’amiloide, una proteina che si accumula nel cervello formando le tipiche placche, segno distintivo della malattia degenerativa. I dati dei farmaci come Lecanebab (unico ad aver ottenuto la piena approvazione da parte della Food and drug Administration) , Aducanumab e Donanemab indicati per contrastare il declino cognitivo all’inizio della malattia sono incoraggianti. Le placche amiloidi calano, tuttavia i risultati sembrano essere di scarsa rilevanza dal punto di vista clinico, ovvero i pazienti a livello pratico non notano benefici. Inoltre questo genere di terapie comporta notevoli rischi per la sicurezza: nel corso dei trials sono stati registrati casi di emorragia cerebrale, che in alcuni casi è stata fatale. Risultati promettenti sono stati pubblicati anche su una possibile terapia genica contro l’Alzheimer in grado di abbassare la proteina tau, nota anche questa per essere una delle cause della malattia. Molti scienziati sospettano che placche e grovigli di beta amiloide non siano la causa dell’Alzheimer, ma semplicemente un sintomo a valle. Ciò che sta a monte è la salute mitocondriale. E mantenere i mitocondri sani potrebbe davvero essere una strada che vale la pena percorrere.

Quando i mitocondri funzionano male

I mitocondri, conosciuti appunto come «centrale elettrica» del cervello, trasformano il cibo in energia. Tra i loro compiti anche quello di immagazzinare calcio e distruggere le cellule che non funzionano bene e generano calore. Quando i mitocondri si indeboliscono producono meno ATP (una molecola che rappresenta la principale forma di accumulo di energia immediatamente disponibile), gestiscono male la concentrazione di ioni calcio e non si rigenerano in modo efficace. Dal momento che il nostro cervello, quando è surriscaldato, è a corto di mitocondri e assorbe un quinto delle nostre calorie totali e dell’ossigeno, risulta particolarmente sensibile al danno ossidativo. Per mantenersi in perfetta forma ed efficiente, il cervello ha bisogno dei mitocondri. La disfunzione mitocondriale è legata all’invecchiamento e al morbo di Alzheimer e si verifica anche prima che compaiano i sintomi clinici. Studi recenti suggeriscono anche un legame tra i mitocondri che funzionano in modo anomalo e la sovrabbondanza di proteina tau.

Che cosa succede al cervello con l’esercizio fisico

L’esercizio fisico può essere una delle chiavi per mantenere sani i mitocondri. L’allenamento di resistenza migliora l’attività mitocondriale e, nei topi, è stato dimostrato che protegge dall’atrofia cerebrale. Negli studi condotti su pazienti affetti da Alzheimer, l’esercizio fisico ha aumentato il flusso di sangue al cervello, ha ispessito l’ippocampo, ha favorito la crescita di nuovi neuroni e ha migliorato le prestazioni cognitive. Si è visto invece che uno stile di vita sedentario aumenta l’infiammazione del cervello, l’accumulo di radicali liberi dell’ossigeno e riduce l’attività mitocondriale. «La scarsa funzionalità mitocondriale - concorda Gianfranco Beltrami, vice presidente della Federazione Medico Sportiva Italiana - potrebbe in effetti essere la causa che determina l’accumulo di amiloide . Che i mitocondri debbano restare il più possibile sani e in forma e che l’esercizio fisico aiuti in questo è senz’altro corretto».

I meccanismi di prevenzione dell’Alzheimer

Sono diversi i meccanismi che comunque concorrono nella prevenzione dell’Alzheimer con l’esercizio fisico. «L’attività fisica - spiega Beltrami - riduce insulino-resistenza che ha un ruolo importante nello sviluppo dell’Alzheimer; agevola la produzione del BDNF, una proteina che ha un effetto neuroprotettivo e favorisce la formazione di nuovi neuroni e sinapsi, aumentando le dimensioni dell’ippocampo, area fondamentale per la memoria (in tutti i soggetti con Alzheimer l’ippocampo è più piccolo); migliora inoltre la funzionalità vascolare, di cruciale importanza per la salute dei neuroni e delle sinapsi; riduce lo stress che è un fattore scatenante dell’infiammazione, causa determinante di tutte le malattie croniche degenerative fra cui l’Alzheimer. L’esercizio fisico infine favorisce il sonno, che aiuta tantissimo le funzioni cognitive perché migliora il recupero e l’umore. In sintesi l’esercizio fisico, in particolare nuoto, corsa, ciclismo, aumenta la sopravvivenza dei neuroni e ne favorisce la creazione di nuovi, contrastando l’invechiamento cerebrale: sono tutte funzioni legate ai mitocondri».

Come sapere se i nostri mitocondri sono in salute

Per conoscere la forma fisica mitocondriale il parametro migliore è misurare la massima potenza aerobica, cioé la massima quantità di ossigeno che può essere utilizzata in un certo tempo da un individuo nel corso di un’attività fisica. La potenza aerobica viene espressa come VO2 max, ovvero il massimo volume di ossigeno consumato per minuto. Essenzialmente, riflette la capacità del corpo di utilizzare l’ossigeno per la produzione di energia (sono i mitocondri a produrre energia). Sebbene una misurazione diretta del proprio VO2 max richieda un’attrezzatura speciale, la maggior parte degli orologi fitness fornisce una stima del VO2 max e i dati variano tra uomini e donne. «Misurare la massima potenza aerobica - aggiunge il medico dello sport - è un metodo utilizzato con successo anche per misurare l’età biologica della persona, che sappiamo essere spesso diversa da quella anagrafica».

La dieta antiossidante

Oltre che con l’esercizio fisico la salute mitocondriale migliora con una dieta ricca di antiossidanti con mirtilli, fagioli rossi, pomodori, spinaci, carciofi, tè verde. Anche la restrizione calorica e le diete chetogeniche (solo sotto controllo medico) possono essere protettive. Lo stress è invece un grande nemico dei mitocondri: negli studi su animali si è visto che lo stress cronico, l’ansia, l’aggressività e la paura danneggiano i mitocondri.

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